Amazzonia
Amazzonia
Artico, Antartico e Groenlandia
Artico, Antartico e Groenlandia
Indonesia
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Africa
Africa
Oceani
Oceani
Foreste del Nord Europa
Foreste del Nord Europa
America Settentrionale
America Settentrionale

Amazzonia

L'Amazzonia è la più grande foresta al mondo, piena di biodiversità e con l’ecosistema più ricco al mondo. Ha un’area di circa 6,5 milioni di chilometri quadrati pari a circa il 5% della superficie terrestre e attraversa nove paesi del Sud America.

Nell’ultimo decennio, l’Amazzonia brasiliana è stata deforestata a un tasso medio di 22,42 chilometri quadrati all’anno. In questo lasso di tempo, più di 154,312 chilometri quadrati di foresta sono andati perduti, un’area pari alla superficie della Grecia.

Il Brasile è al quarto posto nella classifica dei paesi emettitori a livello globale. La deforestazione e il cambio d’uso dei suoli forestali causa il 75% delle emissioni del paese. Di questa percentuale il 59% proviene dalla perdita di copertura forestale e dagli incendi nella regione amazzonica.

L'Amazzonia è un enorme deposito di carbonio che svolge un ruolo fondamentale per la stabilizzazione del clima e mitigare i cambiamenti climatici, trattiene tra 80 e 120 miliardi di tonnellate di CO2.

L'Amazzonia, la nostra foresta, è in pericolo a causa della deforestazione e dei cambiamenti climatici, dobbiamo difenderla e preservarla altrimenti siamo condannati.


Artico, Antartico e Groenlandia

L'Artico, l’Antartico e la Groenlandia, svolgono l'importante funzione di regolare il clima dell'intero pianeta; sono definiti "il congelatore del mondo", visto che svolgono la funzione della regolazione del clima globale.

Negli ultimi 30 anni si sono sciolti più di tre quarti del volume dei ghiacci. Molti scienziati concordano che il ghiaccio potrebbe svanire totalmente entro il 2040 facendo aumentare in modo drammatico il livello del mare di oltre 60 metri, con le conseguenti ripercussioni su tutte le coste e non solo.

L'Artico, l’Antartico e la Groenlandia, si stanno riscaldando più velocemente che mai rispetto al resto del Pianeta e uno degli impatti più significativi che subisce è il rapido declino nello spessore e nell'estensione dei ghiacci che sorreggono anche l'intero ecosistema marino.


Indonesia

Ogni anno 1.8 miliardi di tonnellate di gas serra vengono rilasciati nell’atmosfera a causa della degradazione e degli incendi delle foreste torbiere indonesiane.

Le foreste torbiere indonesiane immagazzinano una quantità di carbonio che supera di un terzo quella trattenuta nell'atmosfera a livello globale. In Indonesia, l'espansione delle piantagioni di palma da olio nelle foreste torbiere viene praticata drenando il terreno con un reticolo di canali. I canali vengono inizialmente impiegati per il trasporto dei tronchi di valore commerciale rimossi dalla foresta e, successivamente, vengono svuotati per far defluire l'acqua e prosciugare il terreno. Malgrado questa pratica sia vietata, la biomassa residua viene normalmente rimossa con il fuoco immettendo nell'atmosfera enormi quantità di CO2.

I processi di deforestazione di aree forestali come quelle del Sud Est Asiatico sono inarrestabili. La distruzione delle ultime foreste indonesiane viene causata dall’espansione delle piantagioni industriali, come le palme da olio, ma anche di specie arboree come l’acacia per la produzione di polpa di cellulosa.

Negli ultimi anni la richiesta di polpa di cellulosa per la produzione di carta sta pericolosamente accelerando la distruzione di questi paradisi, grazie anche all’irresponsabilità di molte aziende produttrici di carta.


Africa

Il Bacino del Congo è la seconda foresta tropicale del pianeta. L'industria del legno si è resa responsabile della distruzione di immense aree di paesaggi forestali incontaminati e continua a rappresentare il primo fattore di minaccia in queste aree.

Le aree di taglio coprono circa 50 milioni di ettari di foresta pluviale, un'area grande quasi due volte l'Italia.

Per poter trasportare il legno pregiato, le multinazionali costruiscono strade forestali. Una volta che una foresta è stata penetrata dalle strade, può essere raggiunta dai cacciatori professionisti che possono così trasportare grandi mammiferi fino ai mercati cittadini di carne e avorio.

La Repubblica Democratica del Congo rischia ben di più, la perdita di oltre il 40% delle proprie foreste, a causa dell'espansione di infrastrutture come le strade forestali.

Con l'apertura di nuove strade nella foresta, la CO2 inizia a essere liberata in atmosfera, e con le emissioni di anidride carbonica crescerà l'instabilità climatica.

Le previsioni sull'espansione dell'industria del legno nel Congo prevedono che questo paese rilascerà oltre 34,4 miliardi di tonnellate di CO2, una quantità equivalente a quella rilasciata dalla Gran Bretagna negli ultimi sessant'anni.


Oceani

L’acqua negli oceani è in perenne movimento, influenza maree e onde circolando lentamente per il globo grazie a un “grande nastro trasportatore” (circolazione termoalina), sospinto da differenze della temperatura e della differente salinità dell’acqua.

La Corrente del Golfo, una delle sue correnti più conosciute, dona all’Europa settentrionale il suo clima relativamente temperato. L’acqua calda salata della Corrente del Golfo si raffredda quando raggiunge l’Atlantico settentrionale, diventa più densa e scende negli strati più profondi dell’oceano, “pompando” acqua fredda verso sud nelle profondità oceaniche, oltre l’Africa, fino all’Atlantico del sud.

L’acqua più densa e fredda diventa parte di quello che viene chiamato il “nastro trasportatore oceanico” e ritorna in superficie nell’Oceano Indiano e Pacifico. Man mano che l’acqua più calda torna verso l’Atlantico, la corrente si muove in direzione del polo come Corrente del Golfo Atlantica e Corrente Nordatlantica, scaldando notevolmente l’Europa nordoccidentale.

Oltre a mantenere calda l’Europa e giocare un ruolo importante nel clima globale, il Nastro Trasportatore sposta verso l’alto gli elementi nutritivi contenuti nel fondo dell’oceano, e aumenta l’assorbimento di anidride carbonica da parte dell’oceano.

Secondo recenti studi ci sarebbero già prove di un rallentamento della circolazione del Nastro Trasportatore sulla profonda dorsale oceanica tra Scozia e Groenlandia.

Se il Nastro Trasportatore dovesse rallentare ulteriormente gli effetti sarebbero disastrosi, le temperature medie dell’Europa settentrionale scenderebbero da 5° a 11° gradi centigradi. In questo caso l’Irlanda potrebbe avere un clima come quello del Labrador, l’Islanda sarebbe in gran parte coperta dai ghiacci e il Nord Europa avrebbe un clima siberiano.


Foreste del Nord Europa

Le foreste del Nord Europa non sono al sicuro. Questo tipo di foreste vengono minacciate dal taglio illegale per la produzione della carta. Attualmente esistono una miriade di foreste temperate che sopravvivono nelle aree più remote e assicurano l’habitat ai due terzi delle 140.000 specie di piante e animali, molte delle quali ancora semisconosciute.


America Settentrionale

In America Settentrionale si distruggono diecimila chilometri quadrati di foresta ogni anno.

Molti dei frammenti di foresta tra il Canada meridionale e gli Stati Uniti sono di dimensioni insufficienti e mancano dei necessari corridoi di comunicazioni per poter permettere la sopravvivenza dei grandi mammiferi.